Cosa è la alopecia androgenetica

La caduta dei capelli è determinata da una pluralità di cause come patologie del cuoio capelluto, esposizione a sostanze tossiche e squilibri ormonali. L’alopecia androgenetica è, di certo, la forma di calvizie maggiormente diffusa fra uomini e donne. L’alopecia androgenetica compare nei soggetti di sesso maschile a partire dai 18 anni, in coincidenza con pubertà mentre nelle donne è maggiormente diffusa dopo la menopausa. Si tratta di un problema che riguarda, in modo differente, le varie aree del cuoio capelluto; esistono delle porzioni che non né sono mai interessate neanche quando la malattia è importante. L’alopecia androgenetica non dipende, esclusivamente, da cause ereditarie ma anche da altri problemi, per esempio a carico del cuoio capelluto.

L’equilibrio ormonale e la comparsa dell’alopecia androgenetica sono strettamente collegati. L’ormone di idrostestosterone, noto come DHT, influisce negativamente sui follicoli distruggendoli. Quando i suoi valori sono eccessivamente alti, è molto probabile che si presentino i sintomi della malattia.

La calvizie androgenetica si manifesta, durante le fasi iniziali, con un diradamento dei capelli che, negli uomini, inizia dalle tempie per poi riguardare anche le altre aree del cuoio capelluto come l’attaccatura. Nel genere femminile invece, la caduta dei capelli riguarda principalmente le parti centrali del capo.

Per contrastare l’alopecia androgenetica vengono somministrate varie tipologie di farmaci, alcuni dei quali intervengono sulla trasformazione del testosterone di DHT. Le cure devono essere protratte nel tempo perché interromperle equivale alla ricomparsa dell’alopecia androgenetica.

E’ fondamentale che il trattamento, non adatto a donne n gravidanza, sia eseguito sotto il controllo di uno specialista.

L’alopecia androgenetica può essere affrontata con farmaci ormonali che intervengono sulla conversione del testosterone in DHT oppure con composti stimolanti; in tutti i casi, se si interrompe la cura, il disturbo ricompare.

Le soluzioni non chirurgiche per risolvere l’alopecia androgenetica comprendono anche il ricorso a protesi di ultima generazione che consentono di sfoggiare una chioma naturale e bella. Le protesi, confortevoli e pratiche, sono totalmente personalizzate e sono utili anche nei casi più gravi. Le epitesi di ultima generazione sono anallergiche, facilmente gestibili e consentono di rinnovare il proprio look cambiando non soltanto il colore ma anche il taglio.

In alternativa, è possibile valutare la possibilità di sottoporsi ad un intervento chirurgico per l’autotrapianto. Le tecniche principali di trapianto dei capelli sono la F.U.E. e la F.U.T. La F.U.E. viene eseguita tagliando la chioma e prelevando i follicoli dall’area occipitale e parietale. Gli stessi vengono poi trapiantati nelle aree colpite dall’alopecia androgenetica. In seguito all’intervento, i capelli crescono di circa un centimetro al mese e dopo sei-otto mesi arrivano ad una ricrescita pari a circa l’80%.

E’ una tecnica sicura che permette di riprendere immediatamente la vita attiva perché non vengono applicate medicazioni e le cicatrici sono piuttosto piccole e difficili da individuare.

La F.U.T si esegue prelevando una parte di cute della nuca dalla quale vengono prelevati i follicoli che poi vengono innestati nelle aree dove è presente l’alopecia. La F.U.T. non provoca cicatrici evidenti e permette di godere velocemente di risultati evidenti.