Ecco perché il personale sanitario deve indossare i DPI

Ecco perché il personale sanitario deve indossare i DPI

Tutte le strutture sanitarie (ospedali, cliniche, centri, ecc.) sono luoghi dove gli operatori sono esposti costantemente al cosiddetto rischio biologico, poiché entrano a contatto con batteri, virus e altri agenti patogeni. Proprio per questo motivo, è fondamentale ridurre tale rischio attraverso la formazione degli operatori e l’impiego di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, i camici, i guanti ecc. Come è possibile fare tutto questo? Utilizzando, con la massima diligenza, i famosi dispositivi di protezione individuali (conosciuti anche con l’acronimo DPI).

Come si trasmettono gli agenti patogeni

Diversamente da come si potrebbe pensare in generale, essere infettati da batteri e virus è piuttosto facile. Questo perché gli agenti patogeni che possono causare un problema importante per l’operatore sanitario si possono trasmettere mediante molteplici veicoli, ad esempio quelli meccanici. Infatti, la maggior parte dei virus e batteri raggiunge l’apparato digerente mediante l’ingerimento di cibi e bevande. Tuttavia, specie in ambito sanitario, gli agenti patogeni si trasmettono anche mediante il contatto diretto operatore-paziente o indiretto, cioè attraverso gli strumenti contaminati. Ancora, la trasmissione è possibile attraverso i droplet, ovvero le goccioline espulse dagli starnuti o dai colpi di tosse, che raggiungono altre persone oppure si depositano sulle superfici. Anche le procedure sanitarie stesse, se non eseguite in maniera corretta, possono favorire la diffusione dei residui biologici. Ad esempio, un semplice prelievo di sangue potrebbe essere particolarmente rischioso se non eseguito nel pieno rispetto delle linee guida e con gli strumenti giusti.

L’importanza di usare i dispositivi di protezione individuale

I dispositivi di protezione individuale che gli operatori sanitari devono indossare per limitare l’esposizione agli agenti patogeni sono principalmente i camici, i guanti, ed eventualmente anche cuffie, copriscarpe igienici e calzari. In particolare, questi ultimi sono necessari per limitare l’esposizione agli agenti infettivi, ad esempio nei reparti con pazienti affetti da covid. In ogni caso, i DPI devono riportare obbligatoriamente la marcatura CE, che accerta la loro conformità ai requisiti di sicurezza individuati dalle normative in vigore. In caso contrario, si corre il rischio di indossare strumenti che non svolgono la loro funzione, ovvero proteggere chi si espone a rischi (ergo sono inutili).

Altre misure per prevenire i rischi

Oltre ad indossare i dispositivi protettivi usa e getta, è bene prestare attenzione a norme di igiene universali. È fondamentale, in primo luogo, lavarsi le mani in maniera accurata utilizzando acqua e sapone. In caso di procedure invasive o contatto con residui biologici (come la rimozione o sostituzione delle medicazioni, ecc.) è necessario effettuare un lavaggio antisettico, utilizzando apposite soluzioni a base di Clorexidina oppure iodiopovidone. È necessario, inoltre, provvedere alla sostituzione dei guanti e degli altri dispositivi con frequenza, secondo le indicazioni riportate sulle confezioni. Per disfarsi di aghi ed altri oggetti contaminati, è bene procedere con estrema attenzione, disponendoli in contenitori ermetici nell’apposito contenitore per i rifiuti speciali. La stessa attenzione è richiesta per il trasporto dei liquidi biologici (ad esempio presso un laboratorio di analisi), che vanno inseriti in contenitori resistenti, al fine di evitarne la fuoriuscita e la contaminazione dell’area circostante.